– E preferisco – continuò, percorrendo il mio braccio con un dito. – Ascoltare te.
– E io che suono ho? – gli chiesi, ansimando più di quanto avrei voluto. Dio, ero così prevedibile.
Ci pensò un momento prima di rispondere. – Dissonante – disse alla fine.
– Cioè?
Un’altra lunga pausa. – Instabile.
Ah.
Scosse il capo. – No, non nel senso che pensi tu – precisò con un’ombra di sorriso sulle labbra. – In musica gli accordi consonanti sono il punto di arrivo. La stabilità. Non c’è tensione – provò a spiegarmi – La maggior parte della musica pop è fatta di suoni consonanti, il che spiega perché piaccia alla maggior parte delle persone. Sono accattivanti, ma intercambiabili. Gli intervalli dissonanti, invece, sono pieni di tensioni – proseguì, guardandomi negli occhi – Non puoi prevedere che direzione prendono. Le persone di solito sono a disagio con questo genere di accordi, è frustrante non capirne il senso, e la gente odia quello che non capisce. Ma chi li capisce –  concluse sollevando una mano sul mio viso – li trova affascinanti. Bellissimi… . Tracciò i contorni delle mie labbra col pollice – Come te.

The Evolution of Mara Dyer (Io non sono Mara Dyer) – Michelle Hodkin
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