datemi una pistola

Se dicono “Fermati” – e hanno una pistola – è meglio farlo…

Se dicono “Fermati” 
– e hanno una pistola – 
è meglio farlo…
Io voglio portare tutto il rispetto che volete per un ragazzino che no c’è più… Ma tutte queste sceneggiate non mi fanno ne caldo né freddo. Non meritava la morte, ma io alle gambe gli avrei sparato senza nessun problema. A tutti e tre.Alle tre di mattino non vai in giro, se sei un povero bimbo innocente, in tre su un motorino. Con un latitante e non ti fermi all’alt. E dopo che ti hanno rincorso, e siete finiti a terra, non contenti, continuate a scappare.
QUESTO NON E’ UN SEMPLICE COMPORTAMENTO DI CHI SI SENTE IN DIFETTO PERCHE’ SENZA PATENTINO O ASSICURAZIONE.
Questo è un comportamento di chi ha qualcosa di nascondere, o per lo meno che aveva intenzione di fare di qualcosa di brutto.

E tu, madre, che ora piangi ‘sto figlio, forse, se gli avessi dato una bella scarica di mazzate sul capo quando era il momento, alle tre di mattino quel figlio di 17 anni – minorenne! – non sarebbe stato in giro a combinare chissà cosa con certa gente. Era rientrato a prendere un cappellino. Alle tre di mattina, con 30 gradi, tu, ragazzetto, rientri per prendere un cappellino?
Solo a me ha fatto pensare che la visiera avrebbe impedito alle telecamere di qualche negozio di riprenderne il viso? Forse sì, forse no… Non lo sapremo mai. Ma i presupposti per credere che ci fosse qualcosa di losco c’erano TUTTI.
O per lo meno, vista alla mal parata si sarebbe potuto buttare giù dal motorino (in tre, quanto pensate che possa andare un cazzo di motorino?) con le mani dietro alla testa per evitare altri casini…

I casini si fanno, e li abbiamo fatti, e RIPETO NON MERITAVA LA MORTE, ma cristo, c’è anche da calcolare che sì, non ci piace, ma le situazioni incresciose capitano e questa è – forse, diamo tempo al tempo – una di quelle. Perché arrivare a crocifiggere chi, invece, una volta tanto, stava facendo il suo lavoro e nel tafferuglio, si è fatto sfuggire un colpo. Napoli, in certi quartieri soprattutto, è praticamente il Bronx, è la tensione di lavorare di notte, come di giorno, per quelle strade deve essere davvero logorante…

L’Arma non è sempre un nemico, ci sono mele marce e mele sane. Situazioni incresciose, stupide come terribili. A volte sbagliano, altre no… Sono umani… Eppure nessuno si indigna quando queste persone, impossibilitati a sparare se non dopo reiterati avvisi, finiscono ammazzati, da chi nel frattempo, magari, colpendo alla cieca, ammazza qualche povero passante. Oddio, in un caso come questo sono SICURA che qualcuno avrebbe da ridire urlando “Avrebbe dovuto sparargli subito!”, giusto perché questo è il paese dei due pesi e due misure, siamo italiani.

Una vita spezzata è una vita spezzata, e il dolore di una madre – anche di un assassino – è senza fine. Ma tutti gli altri, perché non smettere di fare gli ipocriti? ALMENO, e ripeto, almeno, aspettiamo di vedere cosa è realmente successo invece di alzare teatrini imbarazzanti e mettere il bastone fra le ruote chi la verità, magari, la cerca sul serio.

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Tom Tom… Inutilità di sistema.

T., paese di 300 anime (se va bene).
Una stazione, un droghiere, tre bar, un campo da calcetto ora mini centro per giovani delinquenti gestito dalle suore, un giornalaio, un erboristeria, un forno e un’agenzia viaggi. Tutto rigorosamente intorno alla stazione.
Io, anima in pena, che va a comprare il latte (Fatti mandare dalla mammaaaa…!).
Lui, anima in pena, che si guarda intorno con aria spaesata appena uscito dalla stazione (valigia al seguito. No taxi, no bus: unica soluzione logica).
Io, sempre più in pena, cuffiette nelle orecchie me ne torno verso casa con passo scazzato.
Lui, povero stolto, mi tocca un gomito timidamente. – Scusami, il centro?
Io, da brava figlia di buona donna, scoppiando a ridere, lo afferro gentilmente per un braccio – sorridendo! – lo trascino, sempre gentilmente, verso il centro esatto dell’unico incrocio del paese, davanti all’unica fermata de LFI e precisamente davanti alla stazione. Tragitto effettuato: 10 passi.
Eccolo. Centro esatto. Non c’è centro, più centro di questo. Sei al centro esatto del centro di T. Buona permanenza.
10 minuti dopo.
Io, alla guida della mia Punto passo davanti alla Stazione, quasi per sfida. Il tizio è ancora là, cellulare con Tom Tom vocale attivato.
“…destinazione raggiunta. Tempo di percorrenza: 100 metri”.
Ehw? E io che gli ho detto? Ho pure le tette più grosse di quell’ammasso di chip!
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