desolazione

Memorie di una Pandemia #9

Memorie di una Pandemia #9

Covid-19
ossia
Come Ostentare Vite Interessanti Daddentro 

 

Ora, non voglio fare necessariamente polemica, che poi neanche è vero… Io VOGLIO fare polemica mannaggiallaputtana!

Qualcuno mi spieghi per quale stramaledetto motivo ogni giorno che il Signore manda in terra – qualunque Signore voi crediate, me ne sbatto – dalle 18,00 alle 19,00 c’è un inferno di gente in giro. Soprattutto considerando che l’età media de st’emerite teste di cazzo è dai 60 ai 90!

COVID, morte, dolore, sofferenza… Niente li ferma! Alle 18,00 stacco dal lavoro e scendo – pure di corsa! -, una volta a settimana per recarmi random in farmacia, negozio per animali, supermercato… prendetene uno dal mazzo ed ecco, in quel stracazzo di luogo ci saranno MINIMO 20 persone in fila. Precisamente in quell’ora, quell’unica ora che posso sfruttare per recuperare quello che mi abbisogna in settimana. Sempre.

Ma non è possibile! Cazzo fate tutto il giorno?

Nessuno lavora, tutti in cassa integrazione e se non sono in cassa integrazione a quell’età sono in pensione.

P.E.N.S.I.O.N.E! ! !

Che ci fate in giro a quell’ora? Create il panico perché quella è l’ora in cui chi lavora tutta la settimana deve sfruttare per le emergenze, e non è statisticamente possibile che ogni volta voi, cazzo di vecchiacci, siate fuori a ciarlare in coda.

Essì che all’inizio tutti a preoccuparci per voi, la parte debole, le vittime preferite del COVID19. E invece i ragazzini sono finiti murati in casa per due mesi – gli untori! – e voi scorrazzate come boss della mala e ve ne fottete se siamo tutti al gabbio principalmente per non spedire voi al campo santo. Complimentoni, molto maturo da parte vostra.

Ma io vi prendo, vi stacco l mascherina dal viso e vi lancio in mezzo a un branco di allergici, quantomeno a furia di starnuti vi prende un coccolone dallo spavento. Brutti stronzi egoisti.

#vecchiacci #covid19 #sempreingiro 

 

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Memorie di una Pandemia #4

Memorie di una Pandemia #4

Covid-19
ossia
Come Ostentare Vite Interessanti Daddentro 

Il problema principale della quarantena sono le persone.
Potrebbe essere lecito chiedersi come sia possibile che il problema principale, per chi è costretto a stare chiuso in casa, siano le persone ma credetemi, è così, Per lo meno per me.
Dopo un’attenta e nevrastenica riflessone, fatta mentre contavo le mattonelle del bagno, mi son resa conto che il problema assoluto erano e restano gli esseri umani.

Sono stati gli umani a non voler chiudere le frontiere, o quantomeno a imporre la quarantena a chi tornava dalla Cina. Che poi, ancora oggi mi chiedo come abbiamo potuto associare al quarantena al razzismo. La gente smise di andare a compare nei negozi cinesi, ma la sera andavano comunque a ingozzarsi al All You Can Eat. #Coerenza
Sono stati gli umani a non stare calmi quando sono apparsi i primi casi. Perché stare a casa se uno sta male? Ma andiamocene a fare una maratona a Rimini!
Sono stati gli umani a scappare dalla zona rossa, andando ad infettare genitori e parenti. Scappati dalla zona rossa, senza essere certi di non veicolare il virus, come se gli avessero detto che da lì a breve sarebbe finiti nei campi di concentramento invece che davanti al divano a guardare le puntate di Gray’s Anatomy.
Sono stati sempre gli umani a non rispettare delle semplici, e neanche troppo limitanti, raccomandazioni richieste con lo scopo di non rendere gioco facile al Covid-19. Niente aperitivi o cene fuori, limitare gli spostamenti non necessari e starsene a casa (ricordiamo che eravamo ancora a Febbraio, non nel mese di Agosto).

Non c’è stato niente da fare, fra un post satirico e un altro fatto a hoc per minimizzare, barricandosi dietro un’orgoglioso “Il virus ammazza solo i vecchi e non fermerà i nostri aperitivi!“, siamo arrivati al capolinea. Abbiamo mandato al collasso il SNN e abbiamo buttato benzina sul fuoco.

Abbiamo fatto una figura di merda a livello internazionale, come una branco di mocciosi che batte i piedi e sfugge dalle mani di un padre troppo permissivo e incapace di gestire la ribellione adolescenziale del proprio figlio. Abbiamo offeso chi, invece, continuava a suggerire di non sottovalutare la situazione.

Abbiamo aiutato il Covid-19 a diffondersi nelle nostre stesse case, ad uccidere i nostri stessi nonni. Quei nonni che ci hanno amati e cresciuti.
Quando è stato il momento di fermarci un attimo e rendergli il favore, rendergli un piccolo sacrificio che avrebbe significato cosa, una serata in meno per noi ma la vita per loro, non ci siamo riusciti.

Abbiamo ucciso. Con i comportamenti irresponsabili, infantili, indecisi e idioti di tutti noi abbiamo steso un tappeto rosso ad un virus che sta togliendo delle vite, le vite di persone a noi care. Parenti, conoscenti, nonni, genitori, zii… E seppur vero che di fronte a tanta inettitudine lo Stato avrebbe dovuto intervenire con il pugno di ferro, è altrettanto vero che la vergogna di questi comportamenti non verrà lavato via.

La vergogna non potrà essere lavata con un Inno d’Italia dal balcone. Mai.
Non c’è Inno che tenga, non c’è alcun Stringiamoci a coorte, Siam pronti alla morte, L’Italia chiamò!
L’Italia ha chiamato, i nostri compatrioti hanno chiamato e chiesto collaborazione e nessuno di noi ha saputo ascoltare. Ci era stato chiesto tanto, tanto poco… Eppure non era un problema nostro.

E adesso dobbiamo vedere  e sentire cori, l’Inno Nazionale alla radio, applausi… Cosa dobbiamo sentire?
Ci sentiamo soli nelle nostre case adesso?
Abbiamo paura di perdere persone a noi care adesso?

Adesso, che i morti sono quasi 4000, che facciamo? Volete davvero cantare?
Io no.

#noncantoneancheperilcazzo #ilproblemasonolepersone

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Memorie di una Pandemia #2

Memorie di una Pandemia #2

Covid-19
ossia
Come Ostentare Vite Interessanti Daddentro 

Vi ho già detto che siamo murati in casa?
Sono quasi certamente convinta di avervi accennato che i miei piani per il 2020, tutti i miei piani per questi infausto e bastardo anno siano andati a farsi – letteralmente – fottere a causa di una pandemia mondiale. Pandemia che ovviamente nessuno credeva sarebbe scoppiata, perché ovviamente si trattava poco più di una mera influenza. Influenza che, vorrei aggiungere a beneficio dei meno attenti, non avrebbe costituito un problema per nessuno perché in fondo spediva in una cassa di sigari (NdR: ti cremano se salti il fosso per via del Covid-19) unicamente vecchi e malati.

Ci siamo visti riempire la testa – e i coglioni – per settimane con questa storia.

È morto/a dopo essere stato infettato/a dal virus Covid-19 ma aveva X anni [inserire numero a scelta, purché >60 anni] e aveva malattie pregresse.

Oh. Bene. Questo sì che mi rasserena enormemente! Ma tanto, tanto, tanto! È morto ma tanto era vecchio e malato e quindi stigrancazzi!

*givemefive che pagamo meno pensioni Bro!*

In poche parole dopo il primo caso apparso in Italia è iniziato uno spiacevole e bimbominkiesco gioco nel quale si dava la caccia al Paziente 0, ci si accusava l’un con l’altro di essere razzisti perché qualcuno proponeva di mettere TUTTI i viaggiatori in quarantena, si contavano le patologie pregresse dei morti di Codogno.

E dove cazzarola sarebbe Codogno? Chi la conosce Codogno? Codogno è in Italia. Ahhh… quella Codogno! No, non è vero, non la conosco. (altro…)

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Correte, correte, piccoli adorabili topolini bianchi. Correte.

Ci sono attimi di vita che ricorderai per sempre, ci sono sguardi che non dimenticherai mai. E poi ci sono quei “pezzi”, pezzi interi, che oblii.
Giorni, mesi, a volte perfino anni. Alcune volte questi volano via e tu lasci che accada, non ti impegni a fissarli nella mente o semplicemente preferisci che scivolino via, fra le pieghe di un tempo pietoso che decide di lenire ferite che, altrimenti, non si sarebbero mai rimarginate.

A volte il tempo allevia alcune ferire, altre volte le fissa nella tua mente come monito dei prossimi passi che compirai, ma molto più spesso le cancella pur di spingerti a tentare di nuovo il salto.

La vita è un enigma particolarmente irritante e quasi sicuramente irrisolvibile. (altro…)

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