La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
– Henry Scott Holland 

Un sorriso triste di stende sul viso di chi resta,
un’intima carezza di quella lacrima che scivola, amara.
Un abbraccio silente, di quel Nessuno che ti culla,
mentre l’urlo che ti scuote l’anima si attenua, attonito.
Sconfitto.
Non c’è verbo che può frenare, non c’è mano a cui aggrapparsi.
Nessuna consolazione, mai più. Non più.
Troppo tardi per offrire un abbraccio, troppo tardi per una parola,
un urlo, uno schiaffo… una carezza. Troppo tardi.
E l’abbraccio si apre, l’urlo preme per librarsi
e le membra tremano sotto il peso del fallimento.
Avrei, avremmo… Avresti. Tu.
Ed è rabbia, fuoco, dolore e lacrime.
Rabbia per quel sorriso ormai perso.
Fuoco per un addio fin troppo acerbo.
Dolore per una perdita insanabile.
Lacrime per te, ormai lontano,
per noi che restiamo annegando in quei “se” di chi non accetta.
Di chi non si perdona e non perdona.
Ormai lontano, in un volo eterno che trascende rancori, domande e preghiere,
non c’è nulla che trattiene.
E tutto ciò che resta è quell’abbraccio silente,
di quel Nessuno che è stato tutto,
ma che naviga ormai in mari che non potremo solcare.

– Debora M.

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