Memorie di una Pandemia

Memorie di una Pandemia #2

Memorie di una Pandemia #2

Covid-19
ossia
Come Ostentare Vite Interessanti Daddentro 

Vi ho già detto che siamo murati in casa?
Sono quasi certamente convinta di avervi accennato che i miei piani per il 2020, tutti i miei piani per questi infausto e bastardo anno siano andati a farsi – letteralmente – fottere a causa di una pandemia mondiale. Pandemia che ovviamente nessuno credeva sarebbe scoppiata, perché ovviamente si trattava poco più di una mera influenza. Influenza che, vorrei aggiungere a beneficio dei meno attenti, non avrebbe costituito un problema per nessuno perché in fondo spediva in una cassa di sigari (NdR: ti cremano se salti il fosso per via del Covid-19) unicamente vecchi e malati.

Ci siamo visti riempire la testa – e i coglioni – per settimane con questa storia.

È morto/a dopo essere stato infettato/a dal virus Covid-19 ma aveva X anni [inserire numero a scelta, purché >60 anni] e aveva malattie pregresse.

Oh. Bene. Questo sì che mi rasserena enormemente! Ma tanto, tanto, tanto! È morto ma tanto era vecchio e malato e quindi stigrancazzi!

*givemefive che pagamo meno pensioni Bro!*

In poche parole dopo il primo caso apparso in Italia è iniziato uno spiacevole e bimbominkiesco gioco nel quale si dava la caccia al Paziente 0, ci si accusava l’un con l’altro di essere razzisti perché qualcuno proponeva di mettere TUTTI i viaggiatori in quarantena, si contavano le patologie pregresse dei morti di Codogno.

E dove cazzarola sarebbe Codogno? Chi la conosce Codogno? Codogno è in Italia. Ahhh… quella Codogno! No, non è vero, non la conosco. (altro…)

/ 5
Grazie per aver votato!

Memorie di una Pandemia #1

Memorie di una Pandemia #1

Covid-19
ossia
Come Ostentare Vite Interessanti Daddentro 

Ero arrivata stupidamente arrivata a reputarmi “saputa“.
Convinta di aver provato tutto il provabile e di non avere altre esperienze sostanziali da provare, a parte ovviamente le droghe pensati, il paracadutiamo e al maternità.
Ero assolutamente certa che questo 2020 sarebbe stato l’anno della svolta in cui gli impegni e i progetti  – falliti, rimandati o realizzati – degli anni scorsi avrebbero dato i loro frutti. Una degna conclusione dopo un decennio demmerda (e mi scusino i più sensibili e i non-amanti del linguaggio scurrile…).

Gennaio lo avevo iniziato carica, agguerrita e pronta a mettere in atto i miei piani diabolici. Sapevo perfettamente che non sarebbe stato facile ma dopo tutto, cosa poteva fermarmi? Niente.
Nessuno poteva arrogarsi il diritto di dirmi cosa fare o non fare, chi potevo o non potevo essere. Avere una famiglia, nel mondo di oggi, è una forma di egoismo? Certo.
E quando mai ho affermato o scritto di non essere un perfetto esempio di homo sapiens egoistis?

Insomma, per farla breve, dopo un gennaio catastrofico fatto di febbre a 40 insensibile a tachipirina e antibiotici vari, una macchina rotta, due mesi senza connessione internet, vari ed eventuali piccoli drammi quotidiani ho iniziato a riprendere un po’ fiducia nel futuro e a rimboccarmi le maniche per iniziare ad attuare concretamente i miei progetti solamente nel mese di marzo. mese in cui è scoppiata una pandemia mondiale.

Ovviamente.

Una. Pandemia. Mondiale.

Ricordate quando vi ho detto che nella vita era convinta di aver provato quasipraticamente tutto? Ecco, oltre le droghe pesanti, il paracadutismo e la maternità avevo dimenticato anche una stracazzo di pandemia, con ovviamente quarantena annessa e connessa. Carino, vero, quando la Vita ti ricorda chi comanda?

#vaffanculo

/ 5
Grazie per aver votato!