Romanzi

Book Review: Il giudizio di Persefone di Giulia Calligola

Il giudizio di Persefone

Giulia Calligola
Nata negli anni ’90, studentessa universitaria, frequentatrice assidua di umani e più bassa di due metri e quindici: Persefone ha davvero un pessimo curriculum divino. I mortali non la venerano, gli Dei non la invitano ai loro eventi mondani, e a lei tutto sommato andrebbe bene così. O almeno crede.
Tutto cambia quando a una conferenza incontra Ade, Dio dei morti e gentiluomo d’altri tempi. Anche il suo è un bagaglio pesante: trecentomila anni in più sull’età, cinquanta centimetri in più sulla statura, almeno venti titoli in più sul nome. Ma è anche l’unico a capire la passione di Persefone per la giurisprudenza, nonché l’unico che sembri a disagio in mezzo agli altri Divini tanto quanto lei. Poteva forse non scattare la scintilla?
I due si ritrovano a intrecciare i loro destini e a lavorare insieme per emettere una sentenza controversa, collaborando a un processo ultraterreno nel tribunale degli Inferi. E così, a metà tra ironia e serietà, tra equità e rigore, tra vita e morte, si srotola la rivisitazione (semi) moderna di un mito che non ha mai smesso di venir raccontato. 
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Saga:

1. Dei della Nuova Era (romanzo)
2. Come la Luna e le Stelle (novella)
3. L’Anima dell’Acqua (novella)

“La morte non corre. La morte ha un appuntamento e lo rispetta. Non arriva in anticipo. Si può dire, quasi, che la morte non uccida: la morte prende con sé le anime quando smettono di essere vitali.”
― Giulia Calligola

Non sono mai stata un’amante dei romanzi incentrati sugli antichi Dei, ma girovagando su Kindle Unlimited ho avuto l’opportunità scorgere questo retelling moderno del mito della primavera rapita e ho potuto evitare di leggerlo.

Così, approcciandomi titubante ad una Persefone giovane, Dea a malapena considerata dai suoi paranti millenari e più a suo agio con il suo lato umano che con quello divino, sono finita risucchiata dal mondo di Giulia Calligola.

Gli Dei, letteralmente tutti e di ogni Credo e Religione, si sono rivelati nel 2001 a seguito della caduta delle Torri Gemelle. Da quel momento circolano in mezzo agli umani, come inarrivabili rock star dai terrificanti e illimitati poteri, spartendosi la Fede degli umani, le loro preghiere ed infine le loro anime.

Il romanzo è ovviamente incentrato sui miti appartenenti alla cultura religiosa degli antichi greci, ma questo non impedisce all’autrice di toccare anche gli Dei Egizi, Normanni, Indiani… e sì, anche le religioni monoteiste.

E’ un romanzo estremamente intelligente, ben curato e narrato. Ogni paragrafo è stato steso con la capacità di dare una “voce” realistica e coerente ai propri personaggi, le cui interazioni convincono subito il lettore. Leggendo di Persefone è davvero immediato percepirla come giovane ed estremamente umana, come risulta facile leggere i tratti di una Demetria millenaria.

La stessa sensazione viene percepita non appena fa il suo ingresso Ade, fratello di Demetria e quindi zio della stessa Persefone.

Ed è questo uno degli aspetti più affascinanti dell’intero romanzo, ossia la capacità di trasmettere quanto la figura di una Divinità possa essere lontana dalla cognizione mortale. I loro “unirsi” fra fratelli o parenti non è nulla di osceno o socialmente inaccettabile. L’autrice riesce a trasmettere l’estraneità dei nostri valori morali dal mondo degli Dei, al punto che in nessun punto del romanzo il rapporto di parentela fra Ade e Persefone “disturba” il lettore.

Ade è lontano dagli ogni aspetto mortale. Gli umani non sembrano venir considerati degni della sua attenzione, almeno fino a quando non diventano anime pronte ad essere giudicate. Non è interessato all’assenza di preghiere o sacrifici in suo onore. Nulla sembra turbarlo, con la stoica certezza di chi conosce e sa che inevitabilmente tutti prima o poi dovranno presentarsi al suo cospetto. Ogni sua frase è ponderata, lenta e certa. Ade attraversa i primi capitoli del romanzo, incontrando e avvolgendo Persefone, con la fredda e inarrestabile calma di una distesa di ghiaccio.

Tutto è niente di più e niente di meno della giusta pretesa della morte, Divina. Non deve far altro che attendere.

E ovviamente, la Primavera, che è impetuosa e avventata non poteva che finire per venir catturata proprio da questo lato dei Dio dei Morti.

La bellezza della storia di questi due personaggi sta proprio nella loro totale e opposta diversità che, però, finisce per esaltare il meglio di entranti, portandoli a crescere pagina dopo pagina fino a rendere Persefone una Dea e Ade un po’ più umano. Ad ogni capitolo emerge l’accurato studio dell’autrice che le consente di far progredire il lato romance della sua opera affiancandogli disquisizioni squisitamente equilibrate su religione, moralità, mortalità, giustizia e equità.

“Non corro. Ti dico solo quello che so.”
“Ci conosciamo da soli due mesi.”
Ma di nuovo arrivò una delle sue sferzate: una sentenza che, per quanto poetica, rimaneva tale e non dava spazio a dubbi di nessun genere. “Vita e Morte si conoscono da molto più tempo.

Il giudizio di Persefone” è un inaspettato piccolo gioiello, che si presta ad una lettura stratificata che può coinvolgere una larga fetta di lettori ed offrire un’infinità di spunti di riflessione sui temi più disparati. Indimenticabile.

Voto

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Ho recentemente deciso di dedicarmi unicamente alla lettura di libri autoconclusivi, oppure di serie interamente pubblicate in Italia. Diversamente, leggo in inglese. Oggi ho scelto la serie della mia estate… #lamicageniale di #ElenaFerrante Edizioni E/O E voi? State leggendo?

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Avrei tanto desiderato…

“Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni!”, esclamò Frodo.
“Anch’io”, annuì Gandalf, “come d’altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato.”
– Il Signore degli anelli, J.R.R. Tolkien
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